La santa ipocrisia vi unisce

 


Questo e quello non sono la stessa cosa. Questo è un testo di fantasia e questo è un bellissimo video della lode del divino. 

I muri tacciono, ma le anime parlano. Le pareti mantengono l'assenza di colore, per lasciare meglio condurre la luce e la comunicazione, e ci sono anche anime perdute, sì, tra le mura, lungo i cimiteri, ma anche lì, erranti, con tanto da raccontare, che si fermano, ricordando storie e intimità di personaggi già assenti dal libro della vita. Prefazioni e prologhi intimi, con deviazioni e parafilie nascoste, con esiti praticati in eterne vittime, con ferite aperte, anche se senza esposizione, anzi, implorando l'oblio eterno, se ce n'erano. Quest'ultima arrivò con un vecchio libro tra le mani. Tanti nomi e tante date. E tanto sacrificio nascosto. La sensazione del tempo mi straziava il derma e sentivo, nel profondo, che altri ci dormivano dentro, con un odore di candele e candelieri, era passato da una basilica a una piccola cappella! Nella navata laterale sinistra, una pedana alta cinque dita sorregge la sacra famiglia, l'altare, dove erano custoditi alcuni santi barocchi, dove gli uomini d'oro raccontavano già altre storie, di come fossero incorniciati i momenti del canonico ecclesiastico Cesarino, l'ostinato beato e signora del mazzo di chiavi, la cortese Cremilde, proveniente dal monastero accanto.  del figlio bastardo, suo e del canonico, che era nato, per caso o per sfortunato caso, come identità di sacrificio e di travestimento, legato in imbarazzi e cinture, nel periodo successivo al concepimento, che tanto si era cercato di nascondere l'embrione, che era stato limitato dalla normale crescita fetale e corroborato allo stesso tempo, per aggiungere la significativa e attesa assenza dei genitori nella presenza sempre rettale, che sarebbe diventata, in fondo, il suo destino, in quella cappella in lode di Maria assunta in cielo, Pieter e Cesarino, ciò che li aveva uniti sarebbe stato più forte della disunione. Quegli immensi candelabri, li avrebbe ricordati come un'arma letale, simile a quelle usate dal polpo, e allo stesso tempo, l'incidente che lo avrebbe diminuito ancora di più. Sembrerebbe che il muro offuscasse tutto, ma solo agli occhi di chi passava senza fermarsi, però, non riusciva ad esaurire i dispiaceri che erano legati a questi due personaggi che si sovrapponevano alla parentela, al burlesque della situazione. Che il nostro signore delle ipocrisie ci aiuti, nei ricordi di Pieter e, per quanto volesse nasconderlo, il signore canonico malediceva anche se stesso e la sua infedeltà, pater, nasz Ojcze w Niebie, preghiere recitate al vento della navata laterale e sotto il tavolo della sacrestia, Pieter sudava e sbuffava, mentre gridava di odio e di incomprensione con tutta la rivolta racchiusa nel silenzio di quegli atti,  Tuttavia, si ritenne in qualche modo colpevole e infedele, di non accettare volentieri le punizioni punitive di suo padre che era lì, e quella del cielo, assente, mentre le vesti del Santo Padre gli graffiavano le cosce e lo tenevano in quella posizione a cui si sarebbe rimediato solo più rapidamente, se Pieter avesse adempiuto alla punizione di esistere,  Ingoiando il sacro fallo, ostinatamente insistente, del sacro canonico Cesarino. Dal divario tra la sua speranza ideale e, in fondo, il vertice della distopia umana. Il canonico passava ogni mattina molto presto, appena spuntava il giorno, attraverso il sagrato, e arrivava alla latteria di Pieter, ormai uomo, sempre con la stessa aria di innocenza idolatrata, come se avesse dimenticato le punizioni secolari, e fingesse di essere con docile pazienza. E anche per ricordargli il silenzio da mantenere. Sì, il silenzio era un culto. Finché la morte non li portò al sepolcro. 

Oggi lo so, attraverso il passare dei secoli e le immersioni delle anime che non finivano mai. Era un modo per contenere i fantasmi addomesticati, per tenerli sotto controllo, se non fosse stato per il panico o la paura sfrenata, provocata dai loro soprusi, per parlare, per gridare contro di loro, dando loro finalmente una voce. Oggi lo so perché se a voi sembra che i muri siano silenziosi, vi dico che non lo sono, anzi, l'occulto si svela come il rosario del canonico, del prete e del sagrestano, in un racconto di follie e misteri che da sempre hanno l'intenzione di mettere a tacere. Nessun fantasma è afone, tutti vogliono raccontarlo. Dal candelabro barocco che, nel tardo pomeriggio, veniva ad essere colpito da un colpo, quanta eresia, come una spada, un pugnale, scagliava contro il crudo dolore che intendevano far tacere. Come un travestimento di Carnevale, per giustificare il bambino lì, in quei preparativi. Non c'era scienza sotto il tavolo della sacrestia. Mentre Pieter aveva in bocca il fallo del sacro canonico, irruppero dalla porta laterale, senza alcuna autorizzazione preventiva, e Cremilde, che era la guardia del boia, avrebbe potuto dimenticare che quella era l'ora sacramentale del canonico, al quale aveva dedicato la sua vita, per pregare fervidamente il signore, nell'isolamento della sua chiesa. E il candelabro acceso cadde sulle mani di suo figlio e del suo fallo. Gridò, e soffocò il grido della creatura che gli concepì i piaceri della carne, e scese le sue vesti ingloriose, e gridò di nuovo qui-del-re, nostro signore, mio dio, che ha osato nascondersi sotto il tavolo della sagrestia! E con tanta ipocrisia, lanciò il candelabro contro la creatura che conosceva bene, lasciando qualche sospetto agli inopportuni stranieri che erano riusciti ad entrare nel seno del suo altare. Le pareti svelano il tempo, ma sono i fantasmi a svelare gli episodi che hanno restituito la copertura delle pareti, il nascondiglio dei misteri che si voleva tenere sotto chiave!Pieter era stato gravemente ferito, prima per l'ustione sulle mani, per la cera calda e liquida, e poi per il lancio di quel pesante candelabro contro il suo viso. Da allora era triste e avvilito, ma il suo volto non poteva negare la somiglianza con il sacro canone e, lui stesso, per vigliaccheria e paura, si sentì complice del silenzio raccomandato e, trascorso tanto tempo, intendeva parlare. Attraverso di essa, avrebbe denunciato la meticolosità e l'astuzia del canonico e del sagrestano, che vivevano impunemente nella mitezza dei loro delitti, illesi e freudiani, che i loro avvoltoi interiori cercavano corpi e anime fisiche e umane predisposte all'ennesima mutilazione sessuale. Come potevano racchiudere la lussuria che ardeva nelle loro viscere e farli compiere tutte le prodezze che generavano, con la malvagità, una sorta di maledizione per chiunque cercasse Dio e rimanesse orfano o sminuito, sordo, muto e persino nano!Maledizione o profezia? Che tutti coloro che erano legati alla diocesi, a causa della giovane età della catechesi, o fuggivano per non rivederli più o soffrivano della sindrome del silenzio pesante, di quella dell'incomunicabilità e della finzione, dei matrimoni più o meno felici, più o meno prevedibili, più o meno sacralizzati dal segreto, del battesimo dei bambini da parte delle stesse mani che praticavano ogni tipo di iniquità. Pieter voleva parlare. Non aveva lasciato la continuità, ma i figli di suo fratello sì. L'omelia marciva, in seno alla santa religione cattolica, frutto del Signore, nutrito nel silenzio della navata, sotto la mensa della sacrestia e solo con la forza delle ostie si poteva far tacere l'eresia. E l'ipocrisia solenne sarebbe continuata fino alla "denuncia" postuma, perché, signori, il celibato obbligatorio è la pietra angolare che farà crollare la più grande istituzione. Come un modo per porre fine al dolore umano. Sarà, quindi, l'assunzione dell'errore. Errare humanum est.  

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