La santa ipocrisia vi unisce
Oggi lo so, attraverso il passare dei secoli e le immersioni delle anime che non finivano mai. Era un modo per contenere i fantasmi addomesticati, per tenerli sotto controllo, se non fosse stato per il panico o la paura sfrenata, provocata dai loro soprusi, per parlare, per gridare contro di loro, dando loro finalmente una voce. Oggi lo so perché se a voi sembra che i muri siano silenziosi, vi dico che non lo sono, anzi, l'occulto si svela come il rosario del canonico, del prete e del sagrestano, in un racconto di follie e misteri che da sempre hanno l'intenzione di mettere a tacere. Nessun fantasma è afone, tutti vogliono raccontarlo. Dal candelabro barocco che, nel tardo pomeriggio, veniva ad essere colpito da un colpo, quanta eresia, come una spada, un pugnale, scagliava contro il crudo dolore che intendevano far tacere. Come un travestimento di Carnevale, per giustificare il bambino lì, in quei preparativi. Non c'era scienza sotto il tavolo della sacrestia. Mentre Pieter aveva in bocca il fallo del sacro canonico, irruppero dalla porta laterale, senza alcuna autorizzazione preventiva, e Cremilde, che era la guardia del boia, avrebbe potuto dimenticare che quella era l'ora sacramentale del canonico, al quale aveva dedicato la sua vita, per pregare fervidamente il signore, nell'isolamento della sua chiesa. E il candelabro acceso cadde sulle mani di suo figlio e del suo fallo. Gridò, e soffocò il grido della creatura che gli concepì i piaceri della carne, e scese le sue vesti ingloriose, e gridò di nuovo qui-del-re, nostro signore, mio dio, che ha osato nascondersi sotto il tavolo della sagrestia! E con tanta ipocrisia, lanciò il candelabro contro la creatura che conosceva bene, lasciando qualche sospetto agli inopportuni stranieri che erano riusciti ad entrare nel seno del suo altare. Le pareti svelano il tempo, ma sono i fantasmi a svelare gli episodi che hanno restituito la copertura delle pareti, il nascondiglio dei misteri che si voleva tenere sotto chiave!Pieter era stato gravemente ferito, prima per l'ustione sulle mani, per la cera calda e liquida, e poi per il lancio di quel pesante candelabro contro il suo viso. Da allora era triste e avvilito, ma il suo volto non poteva negare la somiglianza con il sacro canone e, lui stesso, per vigliaccheria e paura, si sentì complice del silenzio raccomandato e, trascorso tanto tempo, intendeva parlare. Attraverso di essa, avrebbe denunciato la meticolosità e l'astuzia del canonico e del sagrestano, che vivevano impunemente nella mitezza dei loro delitti, illesi e freudiani, che i loro avvoltoi interiori cercavano corpi e anime fisiche e umane predisposte all'ennesima mutilazione sessuale. Come potevano racchiudere la lussuria che ardeva nelle loro viscere e farli compiere tutte le prodezze che generavano, con la malvagità, una sorta di maledizione per chiunque cercasse Dio e rimanesse orfano o sminuito, sordo, muto e persino nano!Maledizione o profezia? Che tutti coloro che erano legati alla diocesi, a causa della giovane età della catechesi, o fuggivano per non rivederli più o soffrivano della sindrome del silenzio pesante, di quella dell'incomunicabilità e della finzione, dei matrimoni più o meno felici, più o meno prevedibili, più o meno sacralizzati dal segreto, del battesimo dei bambini da parte delle stesse mani che praticavano ogni tipo di iniquità. Pieter voleva parlare. Non aveva lasciato la continuità, ma i figli di suo fratello sì. L'omelia marciva, in seno alla santa religione cattolica, frutto del Signore, nutrito nel silenzio della navata, sotto la mensa della sacrestia e solo con la forza delle ostie si poteva far tacere l'eresia. E l'ipocrisia solenne sarebbe continuata fino alla "denuncia" postuma, perché, signori, il celibato obbligatorio è la pietra angolare che farà crollare la più grande istituzione. Come un modo per porre fine al dolore umano. Sarà, quindi, l'assunzione dell'errore. Errare humanum est.
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