Tempo scaduto negli anni '90
Torno, ovviamente, al momento prezioso, l'aggettivo è mio e uso e abuso quanto voglio delle parole che custodiscono la tua presenza. E dalla tua bocca è uscita una domanda, ma in realtà, lo so, Dio era presente, non era solo una domanda, ma una serie di domande, che volevano spezzarti la bocca, le tue labbra, correre verso di me, come frecce piene di un veleno che i personaggi che ti abitano avevano parcellizzato, colpendo e macchiando quell'attimo in cui ti guardavo e, Eppure, non ti sono caduti dalla bocca, ti si sono conficcati nella lingua, nei denti, nella saliva e io, estasiato, non sapevo nemmeno come rispondere o chiederti di riformulare. Ero letteralmente attonito, inerte, ipnotizzato. Non sapeva come rispondere, qual era la domanda, dopotutto, se erano così tanti e se si investivano l'uno sull'altro sulla strada per essere pronunciati, ma non piansi in quel momento, non trovai dolore, ma comprensione. Dopo ho pianto, non perché mi fosse sfuggita la comprensione per questo calpestare il tempo, ma perché non riuscivo più a guardarti, nel concreto dei giorni. E non vederti è perdere di vista me stesso. I miei occhi erano mendicanti, disperati che ci potesse essere più tempo o che il demone limitante che mi ha rubato da tale contemplazione potesse non esistere nella tua vita. E se fossi una signora, padrona del tempo, avrei fermato l'universo in quel momento in cui la tua bocca si è aperta per parlarmi, perché dalla finestra dei tuoi occhi ho potuto vedermi di nuovo, intera, lì, me nei tuoi occhi, ho ritrovato me stessa e sono riuscita a riconoscermi e a continuare a vivere. Il tempo è un imbroglione con me, perché quando ti sogno cavalca e quando penso a te ti allontana in un vicolo impossibile. Ecco dove sono. So già che sono parole, sono solo parole come dire vento o tempesta, marea o violenza. La violenza di essermi ritrovato in te e di essermi perso di nuovo. Non mi preoccupo. Sarò sempre alla finestra dei tuoi occhi che guardano il mondo in modo unico e umile. Tu che eri il passato e che sei il presente, sei, dentro il libro della vita che è sul mio comodino, nel futuro senza tempo. Quando ho parlato con mio padre per l'ultima volta, mi ha detto che stavo bruciando le fasi finali. Fondamentale. E che il futuro è stato disegnato da me, dalle mie dita, dai miei occhi e misurato dal mio cuore, dal ritmo delle note musicali che metterò in agenda. Che l'ordine del giorno è tutto mio. Mio padre sarà sempre gentile con me. Generoso. Cordiale. Un vero gentiluomo.Ma ha ragione. E voglio dirvi che il passato obbedisce al tempo, cronologicamente misurato in epoche, in rivoluzioni, in invenzioni geniali e in altri meno, proprio come il presente di adesso, delle bussole che l'umanità sta tessendo senza grande consapevolezza, per la maggior parte, dei suoi impatti, avanti. In futuro, non ha più tempo, ne fa a meno. Perché il futuro è uno stormo di uccelli che svolazzano nel cielo, e al cielo non si possono attribuire prigioni come il tempo e lo Stato, perché è libero e libero dalle nostre intenzioni con esso. Il futuro è tutto Acquario, tanto Plutone in esso, senza tempo che possa resistere alle sue trasformazioni e rinascite, al futuro appartiene la musica che si libera e suona in bocca a un bambino innocente o a un tenore capriccioso, di una vecchia tastiera o di un'altra di nuova generazione,che la musica, quando è musica, nasce senza tempo e si chiama senza tempo e contemporanea, e tutte le forme di catalogazione non imprigionano, perché, come gli uccelli, obbediscono a una libertà di autenticità che nessun Dio minore può creare catene e imprigionare. La musica e la matematica sono libere, il pensiero umano è libero, e tutto ciò che è gratuito, come l'amore, non subisce privatizzazioni, vola libero da un petto all'altro, incondizionatamente, che lo si voglia o no. Come Nettuno all'inizio dell'universo, non c'è nessuno che lo fermi, si fermerà, dissolverà queste capsule, queste credenze della civiltà apparente e ci condurrà verso nuove direzioni che non sono ancora state catalogate. Difficilmente lo saranno per il prossimo secolo. A Saturno ciò che è di Saturno, signore del tempo. Il mio amore non è un orologio da polso in piedi che segna l'ora, né l'orologio del Big Ben, puntuale e britannico, il mio amore non è un orologio da polso casual, usa e getta pieno di app.Il mio amore non obbedisce né ai freni, se non quando penso a te. E a quel punto, faccio a meno dell'orologio. E quando ti sogno, che è la mia parte più giocosa e più bella, il valzer, ti sogno su tutte le piattaforme e in tutti i mondi. E vado sulla luna e ritorno, passando accanto alle stelle che amo. Tu sei la stella più bella e più antica, in cui il tempo degli uomini non potrebbe mai essere rispecchiato. Non c'è, ripeto, non ci saranno mai persone, né il tempo o qualsiasi altra invenzione umana che possa limitare, condannare, giudicare, apprezzare e comprendere veramente l'amore dall'interno. E tanto meno la morte, che è il modo per dire che quel corpo è spirato, la data. Quell'amore non si estingue, quando lo è. Il tuo amore è la libertà, l'uccello che vola verso la stella più luminosa e si sente a casa. E così è quando ti vedo. Mi tolgo le scarpe e vado a casa. E tu sei quella casa. Lassù, come quaggiù. E non estinguerti, perché quella stella sei tu.
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